DE BRACO

ceramiche
in Nardò
dal 1280
le nostre ceramiche sono gioielli dell'artigianato salentino
che fanno rivivere secoli di tradizioni di questa terra


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La storia di Nardò

Le Ceramiche di Nardò

Come nascono le nostre ceramiche





La storia di Nardò e delle sue terre


La storia di questa zona inizia nel paleolitico, come quella dell'intera Puglia Nelle grotte della Baia di Uluzzo sono state scoperte incisioni e reperti archeologici del Paleolitico medio e superiore, così importanti da far pensare che queste siano le prime manifestazioni di arti figurative esistenti in Europa. Lungo il litorale di Nardò è stata recentemente riportata alla luce una gran quantità di ceramica dell'Età media del Bronzo (XV secolo a.C.).

Il centro abitato di Nardò nasce come insediamento messapico nel VII secolo a.C. Nel 269 a.C. i Romani la conquistarono e in seguito divenne municipium (Neritum o Neretum).

Alla caduta dell'Impero romano d'Occidente (476), in seguito alle battaglie tra Bizantini e Goti (544), divenne parte dell'Impero bizantino per circa 5 secoli (a parte un brevissimo passaggio al Regno longobardo). In questo periodo la presenza dei monaci basiliani favorì la diffusione del rito orientale. Tra il 901 e il 924 Nardò fu saccheggiata dai Saraceni provenienti dalla Sicilia.

Nel 1055 Nardò fu conquistata dai Normanni e ai monaci benedettini fu concesso di insediarsi al posto dei monaci basiliani nell'Abbazia di Santa Maria di Nerito.

Nella seconda metà del XIII secolo, sotto la dominazione degli Angiò, si diffuse il feudalesimo e Nardò divenne feudo dei Del Balzo. Nel 1413 l'antipapa Giovanni XXIII elevò l'abbazia neretina a sede episcopale. Nel XV secolo fu coinvolta nelle lotte tra Aragonesi, Veneziani e Turchi.

Dal 1497 fino al 1806 fu feudo dei duchi di Acquaviva. In questo periodo divenne il principale centro culturale del Salento, sede di Università, di Accademie e di studi letterari e filosofici: per questo fu definita la "Nuoua Atene litterarum". Quando la rivolta napoletana di Masaniello (1647) si propagò alle provincie, i baroni soffocarono nel sangue le ribellioni: il conte di Conversano Acquaviva rase al suolo molte case e impiccò il sindaco e molti cittadini.

Con l'abolizione del feudalesimo, la città si liberò degli Acquaviva, che mantennero però numerose proprietà. Nel 1810 anche a Nardò si diffuse la Carboneria con la setta della Fenice Neretina e nel 1818 vi furono gli scontri fra Carbonari e truppe dei Borbone nelle campagne tra Nardò e Copertino. In seguito all'unificazione d'Italia del 1861 Nicola Giulio fu il primo sindaco del Regno.




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